Nota Introduttiva
RAYMONDE MOULIN, Mercato dell’arte contemporanea e globalizzazione
SANDRA PINTO, Arti visive: la difficile gestazione di nuove politiche
FRANCESCO GAROFALO, La committenza architettonica
CARLA BARBATI, Attori e modalità del sostegno pubblico alla creazione nello spettacolo
MARCELLO RUGGIERI, L’intervento statale a favore della creazione musicale
FRANÇOIS ROUET, La politica del libro in Francia: il dualismo fra autore e opera
ARGOMENTI
FRANCESCO FORTE e MICHELA MANTOVANI, Il valore economico delle opere d’arte
ANNA P. DELLA VALLE, Media e spettacolo dal vivo. Concorrenti o alleati?
MASSIMILIANO GIUA, L’apporto delle imprese alla cultura fra sponsorizzazione e mecenatismo
DOCUMENTAZIONE
DAVID GRIECO, Cinema: per una riforma del Fondo di Garanzia
ALESSANDRO COLIZZI e SILVIA COSSU, Cinema: la produzione tra formalismi e carte da bollo
CARLA BODO, Quasi al traguardo la legislazione europea sul diritto di seguito
FRANCO CESCHI, Un museo centrato sull’utente
RECENSIONI
Frey B., Arts and Economics. Analysis and Cultural Policy (M.Trimarchi)
Trupiano G. (a cura di) Assetto istituzionale, disciplina fiscale e finanziamento alla cultura (A.Carroccia)
Janes R.R., Museums and the paradox of change (F.Pasquali)
Zaccone Teodosi A., Con lo stato o con il mercato? (C.Spada)
Observatoire Européenn de l’Audiovisuel, Statistical Yearbook 2000 (C.Spada)
Queste sono le sintesi degli articoli pubblicati nella sezione monografica:
RAYMONDE MOULIN
In questo articolo vengono analizzati gli effetti della mondializzazione dell’economia e delle nuove tecnologie sul modo di costituzione dei valori artistici contemporanei. In una prima parte lo sviluppo dell’offerta è studiato dal duplice punto di vista dell’estensione geografica della scena artistica e dell’estensione del concetto di arte (moltiplicazione e smaterializzazione delle opere). La seconda parte analizza le modifiche introdotte dall’accresciuto ruolo delle case d’aste, dalla moltiplicazione delle fiere e dallo sviluppo delle vendite on-line nel processo di mondializzazione del mercato d’arte contemporaneo. Il modo di costituzione dei valori sembra in grado di resistere, per il momento, all’ampiezza delle trasformazioni artistiche ed economiche.
SANDRA PINTO
Gli apparati di sostegno alla creazione delle arti visive si erano venuti deteriorando nei tempi più recenti. In particolare: a) l’unica vera struttura di intervento, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, aveva visto progressivamente ridursi sia i suoi margini di autonomia sia le risorse a disposizione; b) la legge del 2 per cento secondo cui il 2 per cento degli investimenti in nuovi edifici pubblici andava spesa per l’acquisto di opere d’arte, era caduto in disuso, anche a causa di una gestione inefficace. Nel 1996 una svolta modernizzatrice, avviata dal governo Prodi, pone l’arte contemporanea al centro della riforma del nuovo Ministero, ampliato dai Beni anche alle Attività culturali. L’imminente creazione di una Direzione per l’Arte e l’Architettura Contemporanea, e la costituzione del Centro per l’Arte Contemporanea – con funzioni museali, di documentazione e di ricerca, di servizi per gli artisti – ne sono la manifestazione più evidente.
FRANCESCO GAROFALO
L’architettura italiana è in crisi di identità. La sua componente creativa, che qualifica con le sue funzioni la città e il paesaggio non trova interlocutori nella società e consenso. Alcuni soggetti stanno cominciando a reagire a questa situazione mettendo in atto delle politiche di sostegno culturale e ricominciando a svolgere il ruolo di committenti. Nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le intuizioni di Walter Veltroni in questo settore tardano a dare frutti. La ricognizione esamina anche il Ministero dei Lavori Pubblici (ancora assente), i comuni (molto diversi per qualità e quantità di committenza), l’università (pessima), e la chiesa cattolica (che mostra qualche segnale positivo). La conclusione è che i concorsi di progettazione rimangono lo strumento migliore per far emergere la qualità dell’architettura, ma che richiedono una maggiore assunzione di responsabilità culturali da parte delle istituzioni italiane.
CARLA BARBATI
Data per scontata la necessità dell’intervento pubblico di sostegno alla cultura e allo spettacolo in generale, e al rinnovamento dei linguaggi artistici in particolare, l’autrice si sofferma: a) sui soggetti; b) sulle modalità e sui criteri di tale azione di sostegno. Riguardo al primo punto, vengono descritte le travagliate vicende istituzionali delle competenze sullo spettacolo, e viene messo in rilievo il carattere eminentemente centralizzato delle scelte effettuate, con qualche rischio per il pluralismo dell’espressione artistica. Quanto alle modalità dell’intervento, viene anzitutto messa in rilievo una assai maggiore attenzione alla creazione contemporanea rispetto al passato, mentre non si sarebbe ancora tenuto sufficientemente conto del criterio della sussidiarietà dell’azione statale: passi avanti in tal senso sono però previsti nei disegni di legge in via di discussione in Parlamento.
MARCELLO RUGGIERI
La legislazione a sostegno della musica, in vigore dal 1967, non ha favorito, a causa anche del finanziamento insufficiente, la produzione di nuove opere di musica contemporanea. È attualmente all’esame del Parlamento il disegno di legge del Governo Prodi (1997) per una nuova legislazione sulle attività musicali, che estende da un lato il sostegno statale anche alla “musica popolare”, dall’altro attribuisce una valenza prioritaria alla musica italiana contemporanea “colta”. Le probabilità che questo progetto diventi legge non sembrano elevate. Di qui il notevole rilievo delle potenzialità innovative del regolamento ministeriale in corso di elaborazione.
FRANCOIS ROUET
In un paese con una letteratura tradizionalmente ricca come la Francia, il sostegno alla creazione letteraria ha radici antiche. Attualmente esso si esplica soprattutto attraverso il Centre National du Livre, che eroga finanziamenti di origine parafiscale sia agli autori che agli editori. Il concetto di autore non si limita più, tuttavia, ai soli autori letterari, agli scrittori veri e propri, essendo stato recentemente esteso anche ai traduttori e saggisti da un lato, ad autori di fumetti e di libri per ragazzi dall’altro. Per contro il contributo agli editori per la pubblicazione di opere può essere anch’esso considerato una forma di sostegno indiretto agli autori. Ci si trova peraltro in presenza di un permanente dualismo di punti di vista tra la letteratura e il libro, l’autore e l’opera, che rende difficilmente definibile la nozione di creazione nell’ambito di un’industria culturale come quella del libro.