Mercoledì 20 settembre 2017 – ore 9.30 / 13.00
Roma, Spazio Europa – via IV Novembre 149/I
L’impatto de big data nella trasformazione delle imprese editoriali sta caratterizzando la fase attuale di transizione dalla centralità dei vecchi strumenti di comunicazione di massa a quella delle nuove piattaforme e reti partecipative aggregatrici di contenuti distribuiti attraverso Internet Fra i diversi temi affrontati dal fascìcolo di Economia della Cultura che presentiamo spiccano quelli delle nuove modalità di acquisizione e gestione degli abbonati alle nuove piattaforme a pagamenti di servizi fruiti a richiesta al di sopra della rete (OTT SVoD) che hanno fatto di Netflix il primo grande soggetto presente su scala mondiale, quello ad esso strettamente collegato della governance dei processi di tutela della riservatezza dei comportamenti e delle scelte dei cittadini e dei consumatori e più in generale quello della responsabilità pubblica nel nuovo sistema delle comunicazioni e naturalmente anche quello che interessa da vicino la comunicazione di impresa delle nuove misurazioni degli ascolti nell’era della profilazione degli utenti . Il mercato pubblicitario da alcuni anni è chiamato a fare i conti con una profonda trasformazione legata alla crescita delle reti interattive (Internet) e dei Big Data, che consentono una profilazione degli utenti ai quali gli inserzionisti possono d’ora in avanti indirizzare messaggi personalizzati. Ma sono soprattutto i comportamenti degli utenti e le loro interazioni con le inserzioni che risultando tracciabili possono essere monitorati oggi con millimetrica precisione. Tutto ciò ha modificato gli equilibri all’interno dei media. Secondo Zenith, già quest’anno nel 2017, se li consideriamo su scala globale gli investimenti pubblicitari via Internet hanno superato quelli attraverso la televisione! Eppure il televisore domestico rimane il medium o meglio il terminale video più largamente fruito: il Boston Consulting Group prevede che nel 2020 gli spettatori continueranno a guardare il televisore mediamente 37 ore a settimana in lieve flessione, a fronte di un consumo per 18 ore di offerte video in rete su altri device fissi (pc, consolle, mediaplayer, …) e di solo 8 ore settimanali di video su ricevitori mobili. Il che crea un immane problema della necessaria offerta verso gli inserzionisti Al di là della problematica tecnica sulle modalità di inserzione di messaggi e spot personalizzati, è lecito porsi la domanda se sarà possibile per un broadcaster televisivo classico radiodiffuso, che ricorra a moderne misure di rilevamento dell’audience, continuare ad essere competitivo di fronte all’offerta trasmessa con spazi e spot pubblicitari su Internet. Su questa sfida si gioca la partita della misura dell’audience che si fonda su un campione, rispetto ai Big Data, ma anche e soprattutto rispetto ai Big Brothers della misura personalizzata, il che comporta un rischio notevole per la tutela della vita privata.
PROGRAMMA
Saluto del Direttore della Rappresentanza della Commissione UE in Italia
Introduce e modera
Giampiero Gramaglia, Presidente Infocivica
Interventi
Alessandro Leon illustra il fascicolo di Economia della Cultura – n. 4/2016, dedicato al tema: “I Big Data e l’industria dei media”
Relazioni introduttive
Giuseppe Richeri Big Data e riorganizzazione dell’industria dei media
Manlio Cammarata, Quale governance per i processi di tutela della privacy
Erik Lambert, Le nuove misurazioni degli ascolti nell’era della profilazione degli utenti
Dibattito
modera Raffaele Barberio (Presidente di Privacy Italia)
Gian Paolo Tagliavia (Rai Digital), Paolo Liguori (TgCom), Sarah Varetto (SkyTg24), Massimo De Angelis, Marco Mele, Carlo Verdelli, Pio Marconi, Roberto Santaniello e Andrea Melodia
Il lascito di Stefano Rodotà
Vincenzo Zeno Zencovich
Enzo Cheli
Conclusioni
Giovanni Buttarelli, Garante Europeo della Protezione dei Dati
Angelo Marcello Cardani Presidente AGCOM
13.00 Fine dei lavori